Diritti umani in Bangladesh

A partire dal 2005 il Bangladesh ha vissuto un periodo senza precedenti di continua instabilità politica, il 17 agosto di quell'anno centinaia di congegni esplosivi sono stati fatti esplodere in 64 distretti della nazione[1]; come risultato di tal situazione vi sono state ripercussioni, oltre che sulla sicurezza nazionale, anche e soprattutto sui diritti umani, i quali - già discutibili in precedenza - si sono ulteriormente deteriorati.

Le forze di sicurezza del paese dell'Asia meridionale sono state costantemente criticate sia da Amnesty International che da Human Rights Watch propriamente a causa di gravi abusi dei diritti umani, questi vengono ad includere esecuzioni sommarie extra-giudiziarie, un utilizzo eccessivo della forza e l'uso della tortura per i prigionieri in stato di detenzione[2].

Vari giornalisti e difensori dei diritti umani sono perseguitati ed intimiditi dalle autorità; a partire dal 2003 si son sempre più accumulati ostacoli legislativi relativi alla trasparenza nelle accuse, offrendo come diretta conseguenza l'immunità ai servizi di sicurezza dalle eventuali responsabilità nei confronti della popolazione in generale[3].

Le minoranze religiose induiste e dei musulmani Ahmadiyya si trovano in stato di perenne tensione e compromesso; la corruzione praticamente generalizzata è ancora un grosso problema, in una misura tale che Transparency International ha dato proprio al Bangladesh il titolo di paese più corrotto al mondo per cinque anni consecutivi[4].

  1. ^ Bangladesh 'militant' sentenced, BBC News, 16 gennaio 2006.
  2. ^ Amnesty International (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2007).. Amnesty International.
  3. ^ AMNESTY INTERNATIONAL, su amnesty.org.
  4. ^ Copia archiviata, su ww1.transparency.org. URL consultato il 26 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2007).

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